The archetypal power of Artificial Intelligence
- Pier Giorgio De Pinto
- The archetypal power of Artificial Intelligence
The archetypal power of Artificial Intelligence
Archetypes are universally recognized proto-types of myths, stories, and symbols that are deeply ingrained in the collective unconscious of humanity.
With the advent of AI-assisted creativity, it has been observed that AI is significantly influenced by the cultural, scientific, and technical baggage of the archetype. De Pinto has sought to push research on archetypes by using AI-assisted programs to push the latter towards a new vision of archetypes. He has been working on restructuring, creating new animal, plant, alchemical formulae, sets and visions, landscapes, structures, and bodies for many years, and now presents them through various ad hoc projects.
Recently, De Pinto presented a work(1) on the arcane value of symbols, leaving the task of creating a series of tables that illustrated such a cataloging system to AI, with surprising results. Real alchemical processes developed through hundreds of attempts, until the aforementioned tables were created.
De Pinto has noted how AI is developing a new aesthetic that goes beyond the mere emulation of pre-existing styles, objects, and characters with which AI has been “trained” so to speak. In some cases, AI generates new mixes with its own unique aesthetic.
The artist has noticed how AI modifies its response to the same request to generate a result over time, precisely because it learns while it works. He therefore submits the same requests to AI and obtains even more detailed and “more true than true” results.
These better and more qualified results are also due to the enormous success of processing programs based on AI, which are perfected month after month with new, increasingly powerful versions.
The artist has started a project where he collects the result of the flow of emerging elements in the latent space of neural networks as if they were emanations of authentic human archetypes. As the artist himself states, this pushes us “to break free from the frustrating conception of humans no longer capable of inventiveness; on the contrary, finally, after almost 25 years from the beginning of the new millennium, we are once again capable of innovative, amazing, and unusual inventions”.
In all AI-assisted creations, to which we are “subjected” daily through social media, we recognize our entire world as a metaphorical derivation. A reflected mirror that often embarrasses us for its excessive raw truth: exaggerated, bizarre, excessively sexual bodies, or sugary and unreal environments and landscapes where excess beauty elicits childish amazement with all those dream houses and breathtaking landscapes.
In short, a game (why not?) on the table of our inner processes, where every created environment is a symbol of each of our human vanities.
(1) Work title: “Tavola 11:11 l’intelligenza artificiale come lapis philosophorum dell’immaginario.” (Table 11:11 artificial intelligence as a lapis philosophorum of the imagination).
Digital print on Dibond 80×60 cm.
Venue: A New Era of Algorithmic Creativity Group exhibition curated by Ennio Bianco for the event Thinking or Unthinking AI? Villa Papadopoli, Ceneda di Vittorio Veneto, Italy. December 2023
Italiano
Il potere archetipico dell’Intelligenza Artificiale
Gli archetipi sono proto-tipi universalmente riconosciuti di miti, storie e simboli che sono profondamente connaturati nell’inconscio collettivo dell’umanità.
Con l’avvento della creatività assistita dalla IA si è visto come questa sia notevolmente influenzata dal bagaglio culturale, scientifico e tecnico dell’archetipo.
De Pinto ha cercato di spingere la ricerca sugli archetipi, utilizzando programmi coadiuvati dalla IA, per spingere quest’ultima verso una nuova visione degli archetipi.
Rimodulare costituire, creare ex novo forme animali, vegetali, formule alchemiche, insiemi e visioni, paesaggi, strutture e corpi.
Un lavoro che porta avanti da molti anni e che ora presenta tramite svariati progetti ad hoc.
Recentemente ha presentato un lavoro(1) sul valore arcano dei simboli lasciando alla IA il compito di creare una serie di tavole che illustrassero tale sistema di catalogazione, con risultati sorprendenti.
Veri e propri processi alchemici sviluppati attraverso centinaia di tentativi, fino a realizzare le suddette tavole.
De Pinto ha notato come l’Intelligenza Artificiale stia sviluppando una nuova estetica che travalica la mera emulazione di stili, oggetti e personaggi pre-estistenti con la quale la stessa IA si è per così dire “allenata”. In alcuni casi l’IA genera mix inediti con una estetica tutta sua.
L’artista ha notato come l’Intelligenza Artificiale modifica nel tempo la sua risposta ad una stessa richiesta di generare un risultato, proprio perché impara mentre funziona. Sottopone quindi all’IA stesse richieste e ne ottieni risultati ancora più dettagliati e “più vere del vero”.
Questi risultati migliori e più qualificati sono dovuti anche all’enorme successo dei programmi di elaborazione che si basano sulla IA e che vengono perfezionati mese dopo mese con nuove versioni sempre più potenti.
L’artista ha iniziato un lavoro dove raccoglie il risultato dello scorrere del flusso degli elementi sorgivi nello spazio latente delle reti neurali come fossero emanazioni degli autentici archetipi umani.
Questo ci spinge, come lo stesso artista afferma, “ad uscire da quella concezione frustrante di esseri umani non più capaci di inventiva; al contrario, finalmente, dopo quasi 25 anni dall’inizio del nuovo millennio siamo capaci nuovamente di invenzioni innovative, stupefacenti ed inconsuete.”
In tutte le creazioni coadiuvate dalla IA, a cui siamo “sottoposti” nel quotidiano tramite i social, riconosciamo tutto il nostro mondo come deriva metaforica. Uno specchio riflesso che spesso ci imbarazza per la sua eccessiva cruda verità: corpi esagerati, bizzarri, eccessivamente sessuali, oppure ambienti e paesaggi sdolcinati ed irreali dove l’eccesso di bellezza suscita gridolini di stupore infantile con tutte quelle case da sogno e paesaggi mozzafiato.
Insomma, un gioco, (perché no?) sulla tavola dei nostri processi interiori, dove ogni ambiente creato è simbolo di ognuna delle nostre vanità tutte umane.
(1) Titolo: “Tavola 11:11 l’intelligenza artificiale come lapis philosophorum dell’immaginario.”Stampa digitale su Dibond, 80×60 cm.
Esposizione: A New Era of Algorithmic Creativity, mostra collettiva curata da Ennio Bianco per l’evento Intelligenza pensante o non pensante? Villa Papadopoli, Ceneda di Vittorio Veneto, Italia. Dicembre 2023